lunedì 22 agosto 2016

"Ho scoperto perché Dio sta zitto"

Prima di partire per le vacanze faccio il pieno di libri cercando di differenziare  i diversi generi e poi li  seleziono per evitare di esagerare con i bagagli. La voglia è quella di rilassarmi con qualcosa di leggero ma appassionante e nello stesso tempo di avere qualche stimolo di riflessione che mi possa aiutare a crescere e che mi stimoli per l'anno successivo. 
Di solito attingo alla libreria di casa, ai libri comprati o  ricevuti in dono durante l'anno e a qualche classico.

Tra i libri letti questa estate, ho ripreso e riletto un libro trovato a casa di papà. Anni fa lo avevo comprato, letto e poi una sera che era venuto a trovarmi lo aveva visto sulla scrivania, si era incuriosito  e me lo ha chiesto. Nel frattempo lo avevo semplicemente dimenticato.
In prima pagina, dove di solito io firmo il libro e ci metto la data in cui inizio la lettura, c'era la sua firma con scritto “ESCLUSIVO”, dentro le sue e le mie sottolineature... per me già questa dicitura lasciatami in eredità da papà era sufficiente per riprenderlo in mano. Poi anche il titolo e l'autore erano convincenti per portarlo con me vincendo la concorrenza di altri volumi in attesa:  “Ho scoperto perchè Dio sta zitto” di don Oreste Benzi. In più la prefazione e un appendice di Vittorino Andreoli. 
Alla fine non ho scoperto perché Dio sta zitto ma sicuramente posso dire che mi ha parlato attraverso questo libro e le parole di questo santo dei nostri giorni.
Sopratutto mi ha mostrato il volto bello di chi conosce la realtà della sofferenza e ne parla con profondo rispetto sapendo che  la condivisione, la coerenza personale, la relazione con Dio e con gli uomini non sono valori astratti ma fonte di felicità personale e di gioia profonda anche nelle situazioni inspiegabili e, apparentemente, senza senso. Mi ha incoraggiato ad affidarmi di più e a proseguire il cammino di apprendista uomo che passa anche attraverso la scoperta della presenza di Dio nel quotidiano e nel riconoscerlo negli altri e nel mondo circostante sapendo distinguere il bene e il male. 
Mi sono appuntato alcuni spunti tratti dal libro... 

Anche nella Chiesa cattolica sono molti quelli che riducono la fede ad un fatto privato, che in pratica hanno escluso Dio come base fondamentale della comunità umana. Non manifestano mai la loro fede e, pur essendo credenti, in pratica sono atei che sanno molte cose su Dio. Hanno rovinato il cuore dell'umanità, che senza Dio è una massa di prepotenti che trasformano i più deboli in strumenti della loro sete di onnipotenza.”

“Altro è percorrere la stessa strada, altro è camminare insieme. Per andare sulla stessa strada basta avere le gambe buone, per camminare insieme è necessario amarsi l'un l'altro”.

Vuoi davvero incontrare Dio? 
...diventa accogliente, prendi l'altro com'è perché diventi come deve essere. 
Allora ti porrai sempre in ascolto dell'altro... se l'altro continuerà ad essere puzzolente, 

tu stai vicino a lui profumandoti, così farai cadere la sua puzza su di te, pagando di persona la sua liberazione. Se l'altro continua  a sfruttarti, sta vicino a lui continuando a servirlo, pagherai di persona la sua cattiveria, lo libererai, e l'altro incontrerà la vita. 
Espiando, pagherai di persona il male degli altri, ma gli altri incontreranno in te il Dio della vita perché vedranno te che cammini con il Dio della vita”. 

“Mettiti dalla parte della giustizia, non coltivare i poveri per fare opere di misericordia.

le capacità umane vengono ritenute titolo di merito mentre devono essere titolo di servizio”

“il lusso è sempre un furto”

“il mio e il tuo sono una bugia. Qual'è la ragione che fa diventare mio e tuo qualcosa? … solo se si passa dall'io e tu, l noi, e dal mio e tuo, al  nostro, si ripulisce il volto di Dio imbrattato dall'io e dal mio di poche che si professano credenti in lui”.



l'uomo che vive nella certezza di Dio è il più impegnato nelle realtà terrene perché non è più condizionato dal successo o dall'insuccesso, dal possesso o dalla privazione, dal bisogno di affermazione o dalla paura di non contare nulla: egli vive per l'Assoluto e quindi per la pienezza. Le difficoltà diventano opportunità e dono per staccarsi da ciò che non conta e unirsi a Colui che conta. La gioia è il sintomo della permanenza in Lui”


Per la parte di Andreoli sul mistero del dolore, la prossima volta...

P.S. Grazie papà! Quanti libri ho preso sul tuo tavolo o sulla tua libreria che mi hanno cambiato la vita... ora addirittura uno che avevi preso tu a me...