domenica 27 novembre 2016

C'è minestrone e minestrone...

Mentre cerco di imparare a vivere e cerco di osservare la realtà che ci circonda mi imbatto in tanti interrogativi...
Dove ci sta portando gradualmente questa globalizzazione? 
Qual è il destino finale dell’umanità di cui ciascuno di noi è una piccola parte? 
Saremo mai un’unica grande comunità umana finalmente unita?

Pensando a questi interrogativi mi viene in mente il minestrone
Quanto più è fatto con tante verdure diverse tanto più è saporito. 
A volte però per renderlo più piacevole ai bambini e a chi non piacciono tutti questi sapori diversi viene passato e frullato. In questo modo ogni cucchiaiata ha lo stesso sapore, non si riconoscono più le verdure di provenienza, magari è anche buono,  ma a me piace invece mangiarlo a pezzi: con gli occhi e con il palato si possono riconoscere i  singoli ingredienti e ogni cucchiaiata è diversa a seconda di come sono combinati. Nessuna verdura ha perso la sua precisa identità ma ciascuna è arricchita dalle altre. In un  boccone si esalta il sapore di una e in un altro ecco venire fuori il sapore, l’odore e il colore di un’altra o altre mischiate insieme sempre in nuove combinazioni mentre il sale, (questo si, non si vede) nella giusta dose esalta il sapore di ciascuna e dell'insieme.

Ecco mi piace pensare che la globalizzazione, la mescolanza di persone e culture,  potrebbe portarci a sperimentare una umanità dove le singole persone e tradizioni e lingue  si mescolano rimanendo se stesse e non mi piace pensare invece ad un passato di verdure dove si perde la specificità e la bellezza del singolo. 

D’altra parte mi sembra che anche la promessa di “cieli nuovi e terra nuova”, il futuro che attende l’umanità tutta insieme e la Comunità ideale sia non un tutto nel quale saremo semplici particelle anonime ma un Paradiso in cui ognuno sarà con la sua persona parte di qualcosa di più grande e meravigliosamente buono… 
Bé  ovviamente il futuro dell'umanità rimane  un mistero non solo per un apprendista... ma a me piace sognarlo così!

giovedì 3 novembre 2016

La staffetta della vita

Questi giorni il pensiero va a chi non c'è più, chi ci ha preceduto. Penso ai miei genitori e a tante persone che sono state significative per la mia vita.
Mi viene di pensare la vita stessa come una staffetta dove si prende il testimone da un altro che sta terminando la corsa, per un po' si procede insieme e poi di slancio tocca solo a te procedere dando il massimo per arrivare poi a tua volta a passare il testimone ad un altro.
Di passaggio in passaggio da una generazione all'altra. Non conta arrivare primi ma dare tutto quello che abbiamo dentro nel nostro tratto di strada, corto o lungo che sia, in salita o in discesa che sia, con la pioggia o con il sole.
Correre con uno sguardo di gratitudine verso chi non si è sottratto prima di noi alla sua corsa e con un'attenzione particolare verso chi dovrà procedere dopo di noi cercando di metterlo nelle migliori condizioni per poi lasciarlo correre a sua volta.
Che bello pensare la storia in questo modo, nessuna esistenza è stata vana e ciascuno ha permesso a chi è venuto dopo di poter continuare la corsa. Un cammino non sempre in avanti e non sempre facile ma mai inutile. Una staffetta appunto... e con la consapevolezza che non è importante vincere ma il percorso:  "E alla meta arriviamo cantando o non arriva nessuno (Modena City Ramblers - viva la vida).