giovedì 20 ottobre 2016

"Da come guardi il mondo tutto dipende..."

.. diceva una canzone...
Ma da che cosa dipende come guardo il mondo? 
Forse da quali occhiali indosso? 
Dalla trasparenza della lente? 
Dalle condizioni dell'occhio'
O magari da quegli invisibili collegamenti tra il nervo ottico, la corteccia e tutte le aree del nostro cervello attraverso le quali quello che "vediamo"viene inevitabilmente filtrato?
In questi giorni stiamo parlando di sguardo educativo... di sguardo che ama e che arriva al cuore dell'altro. Ma più rifletto e mi confronto e più mi rendo conto che ciò mi fa guardare le persone in un modo o in un altro dipende dal mio mondo interiore. Da quello che sento nel mio cuore. 
Non dipende dall'esterno, non si può semplicemente apprendere ad avere uno sguardo educativo. 
Si può però purificare il proprio sguardo: si possono scegliere gli occhiali adatti, pulire bene le lenti, si può lavorare sul rendere consapevoli i "collegamenti" tra quanto arriva all'occhio e quanto il cervello "decodifica". 
Insomma si può lavorare sul proprio sguardo per evitare di vedere solo il negativo nell'altro, per evitare di mettere in evidenza ciò che non va, per non incasellare gli altri in categorie. 
Ci si può esercitare a vedere nell'altro quel bello che c'è e che magari neanche lui riesce a vedere. 
Sì perchè quando si guarda così, l'altro si sente compreso e amato.

Penso che più scendo in profondità con umiltà e intenzionalità, più contemplo e più lo sguardo diviene strumento di amore.
Poesia?
Non credo, Penso a come hanno fatto e fanno ancora  la differenza su di me e sulla mia vita certi sguardi ricevuti... 
Penso che nulla più dello sguardo rivela il cuore e allora... 

domenica 9 ottobre 2016

l'entusiasmo che fa la differenza

In questo periodo di inizio anno si fanno tante proposte, c'è tanta voglia di fare bene.
Però stando tra le persone mi colpisce soprattutto chi contagia gli altri con il proprio entusiasmo.
Ma poi cosa è di fatto l'entusiasmo?
Si può definire in vari modi, ma non mi interessa questo. Nel mio percorso di apprendista mi interessa invece capire come e perché alcune persone riescono a trasmettere questo sentimento agli altri anche nelle avversità e nei momenti difficili.
E' una spinta interiore, ma da dove viene?
Mi ricordo che anni fa in un incontro di formazione si parlava di come motivare i ragazzi e le persone che si sentono "scariche" e hanno una bassa stima di sé. Si è parlato di entusiasmo e nei miei appunti ho scritto Entusiasmo con la E maiuscola perché mi ha colpito l'etimologia della parola: en (in) Theos (Dio): avere Dio dentro di sé.
Ecco perché fa la differenza e perché non dipende dall'avere successo o insuccesso...
Ecco perché anche in questo continuo ad essere un apprendista e dovrò camminare ancora parecchio...