mercoledì 1 novembre 2017

"Adesso faccio diversamente i miei conti alla sera" (Zi Fonzo)

Nella festa di Tutti i Santi. in cui riflettiamo su come ciascuno di noi è chiamato alla felicità per sempre guardando a chi ci ha preceduto lungo il cammino,  tanti volti di santi senza santino mi vengono in mente... tante persone che giorno per giorno mi hanno trasmesso la realtà di cosa significa vivere su questa terra pienamente ma con lo sguardo al cielo e al per sempre.
Tra questi Don Alfonso Alfano.
In Questi giorni ho ripreso tra le mani "sulle strade del cuore" un libro che mi ha guidato nel fare i primi passi tra i ragazzi più poveri.
Termina così, con questa lezione di vita che può trasformare le nostre giornate e renderci migliori:
"Nel passato ero solito alla fine di ogni giorno, a frugare e ripulire la mia coscienza piena di ombre, a interrogarmi sulle omissioni, sul male volontario o involontario arrecato ad altri. Adesso faccio diversamente i miei conti alla sera. Sto usando una nuova calcolatrice, con operazioni diverse. Non cerco più le mie colpe o i miei meriti, non calcolo le offese o le delusioni, non annoto più i crediti, ma i miei debiti. Osservo nel mio cuore tutto quello che ho ricevuto nel corso della giornata. Ricordo i gesti, i semi di bene, i volti di quanti mi hanno sorriso, le mani che si sono unite alle mie e le parole di affetto, di riconoscenza e di incoraggiamento, la telefonata amica, l'incontro con le persone che mi hanno espresso fiducia e rispetto. Ringrazio per le persone che mi hanno bussato alla porta per farmi visita, per le persone che mi hanno fatto compagnia durante la giornata o che mi hanno fatto dono della loro fiducia. E così alla sera mi sto abituando a vedere le mani sempre piene. Ogni essere umano ha pennelli e colori per disegnarsi il proprio Paradiso."

venerdì 25 agosto 2017

letture estive e non solo...

Quanto amo leggere! Eppure quanto poco ci riesco durante il tran tran quotidiano. Inizio tanti libri durante l'anno ma a volte  mi rimangono   lì in attesa delle vacanze...  
In questi giorni di relax perciò sto leggendo diversi libri contemporaneamente che mi portano in luoghi lontani. Così mi sono lasciato trasportare dai personaggi e dagli autori e con loro sono stato nel deserto del Marocco e dell'Algeria. 
Mi sono ritrovato poi, per svagarmi un pò, a Pompei al tempo dei romani e prima dell'eruzione del Vesuvio, alla ricerca di un assassino. 
Ho seguito, non senza commuovermi, le sorti di Sendino, la storia vera di una giovane dottoressa alle prese con il cancro e del cappellano dell'ospedale intento a raccontare il suo percorso di incontro con Dio proprio attraverso la malattia. 
Ho vagato  insieme ad un certo curioso personaggio di nome Zollinger in Austria mentre era impiegato alla stazione, nell'esercito, perso nei boschi e poi calzolaio per poi diventare finalmente il tipografo che aveva sempre voluto essere.
Negli ultimi giorni mi sono sentito trasportare nelle atmosfere magiche dell'India, nel Kashmir, a Ney York e in giro per il Mondo con il giornalista Terzani anche lui malato di cancro ma pronto ad un altro giro di giostra.
Aspetto molto questo tempo per leggere. E' evasione, ma soprattutto ricerca. Nei libri cerco qualsiasi riferimento al senso della vita, a Dio presente nelle persone e in me, alle cose essenziali. Alla fine mi trovo a sottolineare in modo evidente o a mettere le orecchie alle pagine in quei passaggi che mi offrono un'idea, uno spunto, una nuova prospettiva o chiave di lettura.
Credo che alla fine è questo che mi fa essere a quasi cinquanta anni (si perché da quando ne ho compiuti 49 ogni volta mi viene da pensare: “a quasi 5O anni guarda ancora che casini faccio, cosa penso, cosa continuo a cercare...”), ancora un'apprendista.
A volte mi sembra di aver trovato quello che sto cercando e che “i still haven't found what i'm looking for”, la mia canzone preferita degli U2 da quando ne avevo 18 di anni sia ormai superata per me.
Ma più spesso mi sento alla ricerca, e sono contento di esserlo. Sono contento di trovarmi “ancora a cercare qualcosa che non ho trovato” ma che nello stesso tempo so esserci perché ne faccio esperienza in modo in alcuni momenti.
Leggendo mi posso rendere conto come a volte dai libri traspare un qualche frammento di verità, qualche intuizione che l'autore mette in bocca a uno dei personaggi su qualche aspetto della vita che sento appartenermi.
Sento che così è la relazione con Dio, qualcosa di personale, di vitale, di intimo ma nello stesso tempo di indefinibile con le parole, di inafferrabile con la testa. Come una sensazione che diviene uno stato d'animo che mi fa gioire dentro ma senza poter fermare quel momento. Come volare in alto ma per ritrovarmi un attimo dopo con i piedi per terra.
Allora continuo a leggere, continuo a cercare, continuo a vivere...

Queste vacanze sono state meravigliose da tanti punti di vista. Ma anche qui attimi di felicità che poi sfuggono via per lasciare il posto a nuove ricerche fino alla consapevolezza di dover tornare a casa per riprendere il cammino avendo immagazzinato, per le provviste invernali-anti stress: bellezza, riposo, risate, divertimento, relax. Ma soprattutto amore. 

lunedì 31 luglio 2017

Semplicemente Grazie a ciascuno di voi di esserci!

Di solito il giorno del compleanno, dopo aver accolto con gioia gli auguri via cell, sms, wapp, FB ecc. viene spontaneo ringraziare tutti.
Questa volta sento il bisogno di dire grazie io già prima.
Dico grazie al Signore della Vita, Dio delle Sorprese che rende ogni giorno e ogni incontro unico anche quando apparentemente sto facendo le solite cose. A ognuno di voi... famigliari, amici, fratelli, colleghi, conoscenti che rendete la vita veramente degna di essere vissuta.... che mi amate così come sono...  sopportando le mie stranezze e limiti...
Grazie per ogni sguardo, sorriso, carezza, rimprovero, battuta, saluto, ascolto, parola, tempo, disponibilità, fiducia, stima, attenzione, emozione...
E così, facendo il punto come mi piace fare sempre il giorno della mia festa... mi scopro più ricco e mi viene voglia di continuare il cammino di apprendista... pronto a nuovi incontri e nuove giornate in cui scoprire il senso delle cose  e della vita  insieme a chi vive con me... fino a quando... non lo so... ma non conta... conta il viaggio... contano i giorni trascorsi... conta ogni incontro, ogni momento... tra la sensazione che il tempo vola troppo velocemente e quella di pensare a quante cose ci sono in un anno e quante ne abbiamo passate insieme...

giovedì 29 giugno 2017

...ragazzi ladri... di cuori...

Dopo giorni vorticosi di attività, dopo la verifica e la festa... finalmente mi fermo e rientro e in me stesso. E sgorga un sentimento di gratitudine verso Dio, verso Don Bosco e verso ogni fratello e sorella che lungo la strada ha condiviso con me, e io con lui, il cammino. Volti precisi mi vengono in mente, affaticati come il mio, ma con una luce particolare negli occhi, quella della consapevolezza di aver corso dando tutto per sostenere una causa che vale più di ogni cosa: portare i nostri ragazzi dopo tanti fallimenti ad un risultato positivo. E che belli i sorrisi dei ragazzi ieri alla festa del premio! Ripagano tutto... Tutto il resto passa in secondo piano... anche le discussioni o le liti, le incomprensioni o gli errori perché trovano un senso nel averci condotto nonostante tutto al risultato finale raggiunto.
Per qualcuno può sembrare eccessivo tutto questo entusiasmo: alla fine abbiamo portato semplicemente dei ragazzi alle licenza media o a prendere un attestato.
Piccole cose. Si piccole cose ma di inestimabile valore. Perchè ciascuno dei nostri ragazzi non ci credeva più. Aveva messo un punto e pensava di non essere capace di fare nulla di buono e ora non la pensano più così!
Fosse stato anche un solo ragazzo che ha recuperato la voglia di vivere e di credere in un futuro possibile ne è valsa la pena.
E questo grazie a tante persone che giorno dopo giorno, sfidando il traffico, il sonno, la fatica, l'inaffidabilità dei nostri ragazzi ci hanno creduto e hanno trasmesso questa loro fiducia a tutti.

E già mi ritorna la voglia di continuare per perdermi nei loro sguardi... ragazzi ladri... di cuori...

sabato 29 aprile 2017

Elogio dell'attenzione

Condivido un paragrafo del libro "l'oblio di sé" di Pablo D'Ors. Un paragrafo che mi sta aiutando a vivere meglio. In cui ho trovato, scritto con parole semplici e dirette, qualcosa che sentivo dentro di me come qualcosa di vero ma che non sapevo esprimere.
La vera battaglia contro la quale combattere ogni giorno è quella contro la dispersione. L'attenzione mi può aiutare a diventare migliore perché mi aiuta a guardare le cose  e le persone, in pratica mi aiuta ad amare.
Occorre leggere con molta calma queste parole o meglio non leggerle... altrimenti diventa un paradosso...
L'ultima frase diventa una vera e propria missione di vita...
"E' grazie all'attenzione che vediamo le cose come sono; e in questo, nel vedere che un albero è un albero, una pietra una pietra e un uccello un uccello, consiste l'autentica spiritualità. Non bisogna elucubrare, basta guardare... 
Le attività quotidiane sono la miglior scuola di meditazione... Se si presta attenzione, è semplicemente impossibile fare male qualcosa. E l'opera ben fatta compensa sempre e generosamente il nostro sforzo di attenzione. Non si tratta nemmeno di uno sforzo; è più che altro un vigilare; ma non un vigilare teso, bensì rilassato e armonico. Lo spirito più vigilante non è il più teso, è il più ricettivo... 
La più grande miseria dell'uomo è la dispersione. Siamo dispersi da molte parti e in nessuna: è così che cominciamo a non trovarci finendo per non sapere chi siamo. Vivendo attentamente si smette di pensare a sciocchezze e futilità.
Sì, la salvezza si trova nelle cose elementari. Ecco perché a nessuno è preclusa la possibilità di un'autentica vita interiore. L'attenzione prestata nei confronti di qualcosa è l'indicatore più preciso del nostro amore. L'amore è uno stato di attenzione competa; e l'attenzione totale conduce all'amore... E dunque amiamo solo quello a cui badiamo. Risulta impossibile amare qualcosa a cui non si presta attenzione...
Il miglior indicatore di una vita di preghiera è l'atteggiamento di chi prega mentre svolge le faccende domestiche. Pregare non significa altro se non ringraziare per la vita quotidiana a cui abbiamo riservato la nostra attenzione.... il miglior luogo dove imparare a pregare è la camera da letto, il bagno, la cucina... Tutti questi spazi sono autentici templi per il vero credente.
Qualsiasi educazione indirizzata ai giovani dovrebbe basarsi sullo stimolo dell'attenzione"!.

Mi sto sempre più rendendo conto della bellezza di vivere così, un passo dopo l'altro si può vivere prestando attenzione a quello che si sta facendo, alla persona davanti a noi, alla natura, alle cose, e si sperimenta una gioia interiore profonda indipendente dalla situazione che stiamo vivendo. si tocca con mano la realtà dell'amore. Si gode delle piccole cose quotidiane e ci si scopre ricchissimi.



sabato 18 marzo 2017

L'oblio di sé

Qualche mese fa ero alla Stazione di Firenze con Agnese e, aspettando il treno, siamo entrati in libreria. Prima di entrare il solito patto: compriamo solo un libro!
Mi sono imbattuto quasi subito su un volume: "l'oblio di sé". Mi ha incuriosito anche se non lo avrei scelto visto che non conoscevo  l'autore, Pablo D'Ors,  il formato non mi attirava e neanche il prezzo, visto che oltre tutto non era in offerta, persino la copertina mi appariva inquietante. Ma qualcosa mi ha attirato in modo irresistibile. Come altre volte mi è capitato imbattendomi in dei libri. Non ho avuto dubbi. L'ho sfogliato e preso! L'ho iniziato a leggere già durante il viaggio  e poi ogni sera qualche pagina. Mi ha trasmesso molto e ho trovato molte cose in comune con il mio cammino di apprendista nonostante parlasse di un personaggio straordinario come Charles De Foucauld il fondatore dei piccoli fratelli con il quale o davvero poco in comune.
Condivido alcuni passi che ho letto e riletto e che leggerò e mediterò ancora a lungo.

"Uno smarrimento è necessario perché un cammino possa essere considerato tale"
"Più cose possediamo e più esperienze accumuliamo e più difficile e tortuosa sarà la nostra autorealizzazione".
"Non c'è libertà senza controllo di sé; la libertà è un apprendistato"
"La verità senza amore è soltanto un idolo"
"Ci sono esperienze in cui non è fondamentale capire ma accogliere"
"nella vita non si deve cercare ma soltanto aprire gli occhi"
"La nostra  anima possiede una storia, e ciò che chiamiamo vita spirituale consiste nel ripercorrerla"
"Finalmente sono così povero che il mondo intero si presenta ai miei occhi come se fosse mio"
"Nessun lavoro per quanto penoso possa apparire, dovrebbe risultare stancante; più che altro a stancarci è il modo in cui lo realizziamo. Vivere non deve essere faticoso; vivere male: ecco cos'è è faticoso. Vi invito a trasformare il lavoro in liturgia".
"il segreto è essere totalmente presenti in ogni cosa che si fa"
"il prossimo, qualsiasi prossimo, ha smesso di essere per me destinatario delle mie azioni ed è diventato un fratello. L'altro non è più un individuo che deve ricevere qualcosa da me, ma una persona con cui condividere ciò che sono: la mia povera umanità"
"soltanto ciò che accade ci istruisce e tutta la vita, per quanto insignificante o grigia possa apparire, è una sequenza infinita di divini e dolcissimi segnali, uno più affascinante dell'altro".
"Eppure mentre io mi allontanavo dal Signore, Lui si avvicinava  a me. Non esiste miglior stratega  di Dio: non gli importa di perdere mille battaglie, perché sa che la vittoria  decisiva sarà la sua"

Altri passaggi li condividerò andando avanti nel cammino di scoperta della bellezza della  meditazione, del silenzio e dell'attenzione. Nel poter scoprire di diventare sempre più uomo semplicemente vivendo e accogliendo il momento presente dimentico di me stesso ma proteso verso quello che la vita  mi  mette davanti e cogliendo la presenza di Dio nelle piccole cose...

giovedì 9 marzo 2017

Come scelgo al bivio?

Se stai percorrendo una strada sbagliata e sai che è sbagliata, l'unica cosa che puoi fare è fermarti e tornare indietro…. Altrimenti se ti ostini ad andare avanti sperando che può lo stesso in qualche modo ricondurti sul giusto cammino… arriverai a Frittole nel 1400 quasi 1500… Come Troisi e Benigni nel mitico "non ci resta che piangere"! 
Non te la raccontare che tanto prima o poi si ricongiunge… Fermati.... Torna indietro! Al bivio possibilmente consulta una mappa affidabile o chiedi aiuto…

Spesso sbaglio sapendo di sbagliare...ma vado avanti imperterrito… perché?
Quando mi trovo ad un bivio, piccolo o grande come prendere la strada giusta? a quale GPS affidarmi? E poi il GPS può guidarmi solo se so dove voglio andare e che tipo di percorso preferisco fare. 
A volte nella vita non è così chiara la meta e perciò anche la scelta del percorso diventa più difficile.
La volontà di percorrere una strada non è garanzia sufficiente perché altrimenti non farei mai una cosa sbagliata sapendo che lo è. La volontà mi aiuta, ma per quanto mi riguarda funziona solo se chiedo il sostegno della Grazia. Cioè solo se chiedo a Dio di sostenermi nel perseverare nella scelta fatta e nel non cedere al primo intoppo o tentazione di fare una scelta diversa solo apparentemente migliore.
Inoltre quando mi trovo ad un bivio mi chiedo come posso fare la scelta migliore? Se ho in mente la meta, i criteri di scelta che vedo davanti a me sono solo due: scegliere per paura o per amore. Per paura di perdere qualcosa di me (tempo, risorse, abitudini consolidate e così via) o per amore (per passione, perché sento che così potrò rispondere alla chiamata che mi viene da quella particolare situazione della vita, perché sento che facendo così mi sento una gioia profonda dentro).
Nel mio cammino scegliere bene diventa fondamentale così come saper riconoscere la strada sbagliata per tornare sui miei passi.
Sento che la cosa migliore è procedere passo dopo passo guardandomi intorno, ascoltando dentro e fuori di me, tenendo fisso lo sguardo sulla meta e non voltandomi indietro. Procedere guidando in prima persona senza mettere in folle per procedere per inerzia, senza fermarmi davanti ad ogni ostacolo, senza correre, senza seguire chi mi sta davanti. Procedendo  alla velocità che sento giusta per me e lasciandomi interrogare dai tanti segnali che la vita mi mette davanti. 
Credo che chi ha una direzione trova anche un senso per la propria vita, sono consapevole che non ha senso procedere vagabondando a caso ma che è meglio procedere come un pellegrino che cammina verso l'incontro della sua vita. 
E se a volte allungo un pò il percorso per qualche  scelta sbagliata spero almeno di poter imparare qualcosa dal mio errare...





giovedì 2 febbraio 2017

Un secondo Padre, un maestro... un apprendista santo... Grazie Zi Fonzo!

Se mi definisco un apprendista  nonostante la mia età è grazie ad alcune persone, per me maestri, ma sempre apprendisti nel modo di affrontare la vita.
Don Alfonso, zi Fonzo, è uno di questi.
Da lui ho imparato tantissimo in quasi 15 anni di lavoro fianco a fianco.
Era consapevole di avere delle doti particolari nello stare con i ragazzi e nel consigliare le persone, ma era sempre pronto a rinnovarsi e a cambiare rotta per rispondere ai bisogni sempre nuovi. Andava alla scuola della strada e si metteva ad apprendere pazientemente dai ragazzi.
Era costantemente in dialogo con Dio con il quale discuteva  quando le cose non filavano per il verso giusto ma che sapeva essere presente con il suo Amore in ogni momento.
Quanti episodi in cui ci siamo guardati senza parole di fronte a inaspettate e sorprendenti carezze della Provvidenza! Inaspettate per me ma non per lui.
Ho imparato a essere un bambino sempre bisognoso di apprendere l'amore di fronte a ogni nuovo incontro e ogni nuova sfida educativa e con ogni persona che veniva a collaborare con noi.
Ho imparato che per essere dei buoni apprendisti occorre allenare l'attenzione. Verso l'altro, verso le cose intorno a noi, verso Dio per cogliere la sua presenza. L'attenzione permette di scorgere quello che altrimenti non si vede. L'attenzione gli permetteva di non correre mai dietro alle cose ma di vivere ogni momento e ogni incontro come se fosse l'unico e l'ultimo.
Su questo ho ancora da imparare molto e da allenarmi molto... io continuo a correre...
Ma zi Fonzo lo sa,  quando è andato via da Roma per tornare a Napoli gli e lo avevo detto: "Zi Fò mi servirà tutta la vita capire tutte le cose che mi hai insegnato stando al tuo fianco e forse non .basterà
..". Non mi ha risposto. Mi ha guardato con amore come sempre interessato al mio punto di vista nonostante i miei limiti.
Non so se Zi Fonzo è un santo oppure no, cioè non so definire un santo, so con certezza che è un uomo di Dio e un nuovo don Bosco tra di noi. Uno strumento. E' questa la cosa bella, vedere una persona così non suscita ammirazione fine a se stessa, ma ti fa innamorare della missione verso i ragazzi più poveri, di Don Bosco e soprattutto del Dio della vita che si manifesta così.
Continuiamo ad apprendere ad amare...