
In questi
giorni di relax perciò sto leggendo diversi libri contemporaneamente che
mi portano in luoghi lontani. Così mi sono lasciato trasportare dai
personaggi e dagli autori e con loro sono stato nel deserto del
Marocco e dell'Algeria.
Mi sono ritrovato poi, per svagarmi un pò, a Pompei al tempo dei
romani e prima dell'eruzione del Vesuvio, alla ricerca di un assassino.
Ho seguito, non senza
commuovermi, le sorti di Sendino, la storia vera di una giovane dottoressa alle prese
con il cancro e del cappellano dell'ospedale intento a raccontare il suo percorso di incontro con Dio proprio attraverso la malattia.
Ho vagato insieme ad un certo curioso personaggio di nome
Zollinger in Austria mentre era impiegato alla stazione,
nell'esercito, perso nei boschi e poi calzolaio per poi diventare
finalmente il tipografo che aveva sempre voluto essere.
Negli
ultimi giorni mi sono sentito trasportare nelle atmosfere magiche
dell'India, nel Kashmir, a Ney York e in giro per il Mondo con il
giornalista Terzani anche lui malato di cancro ma pronto ad un altro
giro di giostra.
Aspetto
molto questo tempo per leggere. E' evasione, ma soprattutto ricerca.
Nei libri cerco qualsiasi riferimento al senso della vita, a Dio
presente nelle persone e in me, alle cose essenziali. Alla fine mi
trovo a sottolineare in modo evidente o a mettere le orecchie alle
pagine in quei passaggi che mi offrono un'idea, uno spunto, una nuova
prospettiva o chiave di lettura.
Credo che
alla fine è questo che mi fa essere a quasi cinquanta anni (si
perché da quando ne ho compiuti 49 ogni volta mi viene da pensare:
“a quasi 5O anni guarda ancora che casini faccio, cosa penso, cosa
continuo a cercare...”), ancora un'apprendista.
A volte mi
sembra di aver trovato quello che sto cercando e che “i still
haven't found what i'm looking for”, la mia canzone preferita degli
U2 da quando ne avevo 18 di anni sia ormai superata per me.
Ma più
spesso mi sento alla ricerca, e sono contento di esserlo. Sono
contento di trovarmi “ancora a cercare qualcosa che non ho trovato”
ma che nello stesso tempo so esserci perché ne faccio esperienza in
modo in alcuni momenti.
Leggendo
mi posso rendere conto come a volte dai libri traspare un qualche
frammento di verità, qualche intuizione che l'autore mette in bocca
a uno dei personaggi su qualche aspetto della vita che sento
appartenermi.
Sento che
così è la relazione con Dio, qualcosa di personale, di vitale, di
intimo ma nello stesso tempo di indefinibile con le parole, di
inafferrabile con la testa. Come una sensazione che diviene uno
stato d'animo che mi fa gioire dentro ma senza poter fermare quel
momento. Come volare in alto ma per ritrovarmi un attimo dopo con i
piedi per terra.
Allora
continuo a leggere, continuo a cercare, continuo a vivere...
Queste
vacanze sono state meravigliose da tanti punti di vista. Ma anche qui
attimi di felicità che poi sfuggono via per lasciare il posto a
nuove ricerche fino alla consapevolezza di dover tornare a casa per
riprendere il cammino avendo immagazzinato, per le provviste
invernali-anti stress: bellezza, riposo, risate, divertimento, relax.
Ma soprattutto amore.