
Così questa estate ho ripreso anche un libro letto a venti anni e poi rimasto in libreria. Un classico di Hesse di cui in quel periodo della mia vita credo di aver letto quasi tutto.
Il lupo nella steppa: un
libro che parla di un
uomo a ridosso dei suoi cinquant'anni (io quest'anno appunto ne ho compiuti 48....). Un uomo in crisi nel tentativo di
leggere il suo tempo con la modernità che incalza e che a volte è poco comprensibile o sembra superflua. Che tenta di starci dentro con fallimenti e successi e nello
stesso tempo deve cercare dentro di sé la voglia di vivere e progettare
ancora facendo sintesi tra tanti aspetti diversi della propria
molteplice personalità.
Uomo-lupo, spirito-corpo, ragione-istinto.
Dualismi che si ripetono senza tempo nella vita di ciascuno alla
disperata (ma non senza speranza!) ricerca di una sintesi.
Come non rispecchiarsi in alcune sue riflessioni, capace di toccare il cielo con un dito e poi di sprofondare sotto terra?
Su tutto emerge la capacità di
ridere di sé stessi, l'umorismo, come strada per accettarsi senza
distruggersi e senza cadere in sterili sensi di colpa ogni volta che
si ricade nei propri limiti.
“Soltanto l'umorismo (la trovata forse
più singolare e più geniale dell'umanità) compie l'impossibile,
illumina e vince tutte le zone della natura umana alle irradiazioni
dei suoi prismi. Vivere nel mondo come non fosse il mondo, rispettare
la legge e stare tuttavia al di sopra della legge, possedere come se
non si possedesse, rinunciare come se non fosse rinuncia: tutte
queste esigenze d'un alta saggezza di vita si possono realizzare
unicamente con l'umorismo”.
“tutta la vita è così, caro mio, e bisogna prenderla com'è; e chi non è asino ci ride. La gente come lei non ha diritto di criticare la radio o la vita. Impari prima ad ascoltare! Impari a predere sul serio quel che merita di essere preso sul serio, e a ridere del rimanente!... dovrà dunque abituarsi ad ascoltare ancora la radio della vita. Le farà bene.... Lei deve imparare a ridere, questo è richiesto. Deve comprendere l'umorismo della vita.”
Mi sembra importante comprendere che mentre cerco di camminare e di migliorarmi posso migliorare anche la capacità di ridere di me stesso e di alcune situazioni che si ripetono senza tempo, senza indugiare troppo ma anche senza drammatizzare troppo...
E' bello vedere che emerge nell'uomo, nel suo intimo più profondo una continua domanda di senso e di ricerca del senso ultimo della vita.
“Chi leggeva al di sopra
del Reno la scrittura delle nubi e delle nebbie migranti? Il lupo
della steppa. E chi cercava al di sopra delle macerie della vita il
senso svavillante, soffriva le cose apparentemente insensate, viveva
le apparenti pazzie e, nel caos sconvolto, sperava segretamente la
rivelazione e la vicinanza di Dio?”
“l'uomo non è una forma
fissa e permanente (questo fu nonostante le intuizioni contrarie dei
suoi sapienti, ideali dell'antichità), ma è invece un tentativo,
una transizione, un ponte stretto e pericoloso fra la natura e lo
spirito. Verso lo spirito, verso Dio lo spinge il suo intimo destino;
a ritroso, verso la Natura, verso la Madre lo trae la sua intima
nostalgia: tra l'una e l'altra di queste forze oscilla la sua vita
angosciata e tremante”.
“Ma di quel postulato suopremo che
impone di aspirare a diventare uomo secondo lo spirito, di percorrere
l'unica stretta via dell'immortalità, egli ha paura in fondo
all'anima.... e non vuol rendersi conto che quel disperato
attaccamento all'io, quel disperato rifiuto di morire è la via più
sicura per arrivare alla morte eterna, mentre il saper morire, il
saper spogliarsi e abbandonare l'io alle metamorfosi conduce
all'immortalità”.
Riprendo il cammino sempre più convinto di dover morire a me stesso per continuare a vivere e consapevole della necessità (e del piacere) di dialogare con il "lupo della steppa" dentro di me, solitario e istintivo, a volte scorbutico, ma anche parte di ciò che sono... devo stare attento a non assecondarlo troppo ma, certe volte, devo ascoltarlo di più. L'istinto a volte aiuta a cogliere aspetti della realtà che sfuggono
al ragionamento.
E poi... un po' lupetto lo sarò sempre... chissà perché...
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