Un anno che inizia mi fa pensare al tempo che
scorre. Viene spontaneo dire: “Siamo già nel 2016! Come passa il tempo!”.
Incredibile il tempo! Possiamo percepirlo solo nel
suo scorrere inesorabile. Gli corriamo sempre dietro come se stessimo perennemente in ritardo. A
volte sembra passare velocissimo, altre
sembra quasi fermo.
Abbiamo questo tempo presente per vivere bene ma
stiamo sempre a pensare al passato o al futuro.
Altra cosa che mi lascia stupito: il tempo lo
misuriamo a partire dallo spazio. Dai movimenti della Terra intorno al Sole e della
Terra intorno a se stessa. Lo misuriamo a partire dai nostri bisogni
fisiologici di riposo, di pausa ma anche di lavoro. E’ una dimensione che è
stata progettata per dare concretezza e misura alla nostra vita? Per dare
finitezza e compimento di fronte all’infinito e all’eterno?
Anche Dio si è manifestato nel Tempo, nella Storia. "In quel tempo" leggiamo all'inizio dei brani del Vangelo, gli eventi, la liturgia, le feste vengono collocate in modo ordinato nell'anno liturgico.
All’inizio di un nuovo anno vorrei poter vivere
giorno per giorno senza l’ansia di quello che devo fare… senza l’ansia del
tempo che non c’è ma anzi con la consapevolezza che il tempo che ho a
disposizione è un dono grande da vivere bene per dare senso alla mia vita che
si sviluppa nel tempo ma che è destinata
per Grazia all’Eternità.
Se vivo così potrei vivere qualitativamente meglio anche facendo forse meno cose… potrei far
aspettare qualcuno qualche volta ma starei pienamente presente a colui che ho
davanti mentre sto con lui.
Certo poi è difficile sincronizzarci gli uni con gli altri e con l’aspettativa di gestione del tempo dell’altro e non è corretto vivere il tempo in modo autistico!
Non posso certo prescindere dal misurare il tempo e
dal mettere in agenda appuntamenti e incontri. Il rischio sarebbe quello di
vivere in modo autocentrato, disorganizzato e poco attento agli altri.
Posso però cercare di vivere il mio
essere condizionato dal tempo senza esserne schiavo, valorizzando il passato che
comunque racchiude quanto fatto come tempo della Gratitudine e del compiuto, il
futuro come tempo della Speranza e il
presente come tempo da vivere e in cui amare.
A me piace non perdere tempo, riempirlo di tante
cose, ma rischio di ingolfarlo e di non gustarmi quanto sto facendo. Mi piace
vivere pienamente presente a me stesso e a
quello che sto facendo in quel momento e subito poi pronto a fare
altrettanto con quanto verrà dopo. Per gioire con chi gioisce e soffrire con
chi soffre, per godere la presenza dell’altro, per riconoscere quanto
ricevo e
per dare quanto posso.
Ci provo!
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