domenica 18 ottobre 2020

Tanti interrogativi, poche risposte... ma spero rimanga il desiderio di stare insieme!

I contagi aumentano e abbiamo cominciato di nuovo a rinunciare a vederci in presenza. Per sicurezza.

Questo tempo così difficile mi interroga molto come apprendista uomo. Cosa significa essere uomo e essere donna e quale è il modo migliore per stare in questa situazione? Tutti dicono la loro e dentro la mia testa si moltiplicano i dubbi e le domande. Provo a fermarmi su quanto sento dentro di me.

Mi sto rendendo conto che mi fa paura il pensiero che per il futuro ci possiamo abituare a tutto questo. Che ci abitueremo  a non darci la mano quando ci incontriamo, a non abbracciarci non baciarci. Che ci abitueremo  a incontrarci da remoto tanto è più comodo, a stare in casa piuttosto che fuori. A ridurre i nostri momenti di incontro, di festa, di convivialità.

Non dico che non è giusto farlo ora. Anzi è un gesto di responsabilità grande e perciò è anche un segno dell'amore e del rispetto che abbiamo verso gli altri considerando che possiamo essere noi portatori inconsapevoli del virus. Mi fa piacere vedere che gli altri proteggono me quanto ci incontriamo, che ci sforziamo di tenere le mascherine e le distanze.

Dentro di me ciò mi fa stare preoccupato oltre al pensiero della pandemia che avanza è il pensiero che mi abituerò a fare le cose a distanza,  che ci abitueremo che andremo avanti in questo modo anche quando potremmo togliere le mascherine. Che il bisogno di sicurezza prevalga su quello di condivisione e convivialità. 

Magari non sarà così perché è dentro ogni uomo il desiderio di stare insieme e anche in passato le precedenti pandemie con il tempo sono state “dimenticate” e le persone hanno ripreso a frequentarsi senza schermi e paure. Mi auguro che anche questa volta sia così. 

Diciamo tante volte che molte cose non saranno più come prima e forse alcune è anche meglio che non siano più come prima!  Abbiamo fatto un salto in avanti rispetto all’utilizzo del digitale, abbiamo compreso di più il valore  delle relazioni più strette e della famiglia, del sentirci responsabili gli uni per gli altri anche in nome di una attenzione alle persone più fragili e vulnerabili. 

Ma una cosa che vorrei tornasse come prima è la voglia di stare insieme! Forse i nostri ragazzi con la ricerca di stare insieme la rappresentano più di tutti. Alla loro età è un bisogno e un istinto naturale. Per gli adulti ci vuole anche una dose di scelta e di intenzionalità perché non prevalga il ritiro e lo stare bene e al sicuro dentro le mura della propria abitazione. Quella che è stata chiamata la "sindrome della capanna" che contrasta con l'essere fatti per la relazione, per uscire da noi stessi, per andare verso gli altri, per accogliere e essere accolti necessari a generare vita e vitalità.

Sono fiducioso perché non si può cambiare la natura umana, alla lunga l'amore e la passione vinceranno su virus, sulla paura dell'altro, sulla paura di nuove pandemie... perché veramente la peggiore pandemia è la "pandemia dell'indifferenza" come dice Papa Francesco da questa devo guardarmi con tutte le mie forze..
.


Nessun commento:

Posta un commento