
A volte capita che un motivetto ti si fissa in testa e lo ripeti quasi senza pensarci. Così è capitato a me oggi con questa vecchia canzone di Eugenio Finardi che a dire il vero non è neanche propriamente una canzone. E' una poesia con dei suoni di fondo che accompagnano il testo.
Quando avevo una ventina di anni ricordo di averla scoperta e di averla trascritta per poi imparare a memoria il testo. Ho proprio fatto come si usa a scuola. Ho ripetuto verso per verso fino ad impararla tutta e ancora oggi la ricordo. Mi ha trasmesso una forza in tanti momenti della mia vita, mi sembra proprio molto attuale nel cammino di chi cerca di diventare uomo oggi nonostante sia stata scritta a metà degli anni settanta:
La paura del domani è sbagliata e tu lo sai
perché porta alla rinuncia che non serve mai
e non voglio dir con questo che bisogna ignorare
cosa c'è di sbagliato e tirare a campare.
Ma l'ottimismo non è esser ciechi ai problemi della vita
ma cercare senza arrendersi mai una giusta via di uscita.
E' poi dai è tanto comodo essere cinici e delusi
per non farsi coinvolgere ed agli altri essere chiusi.
Evitar sempre di scegliere se stare di qua o di là
ed uccidere con il sarcasmo ogni responsabilità.
Ma lo so che non è facile darsi da fare
spesso sembra quasi impossibile che qualcosa possa cambiare.
Ma forse se ci si mette in tanti ci si potrà anche riuscire
in fondo che altra scelta c'è bisognerà pure provare.
Perciò esci nelle strade del mondo ed entra tra la gente
il futuro che ti scegli te lo crei nel presente.
Perciò esci nelle strade del mondo ed entra tra la gente
il futuro che si sceglie lo si crea nel presente
In effetti oggi tante persone e tanti giovani che incontro hanno paura del futuro. Come dargli torto? La crisi che non sembra terminare, le istituzioni che sembrano incapaci di avere uno sguardo un po' ampio per il bene comune, la corruzione, l'individualismo, il terrorismo, le guerre, gli spostamenti di interi popoli. Sento, parlando con le persone, che la paura non si può dire giusta o sbagliata, è semplicemente reale e a volte si trasforma in panico.
Ma anche io credo che qualcosa non va se
"porta alla rinuncia che non serve mai", che non è facile non "
tirare a campare" ma vivere "
cercando senza arrendersi mai una giusta via di uscita" sapendo che non c'è altra scelta, "
bisognerà pure provare".
Non è certo il risultato, non c'è già una soluzione, ma è tracciato un atteggiamento, un modo di camminare andando in una direzione e non girando a vuoto: "
esci nelle strade del mondo ed entra tra la gente il futuro che ti scegli te lo crei nel presente". E' più bello vivere cosi! Anche perché se è comprensibile la paura, non se ne può più di sentire persone che sanno solo lamentarsi e piangersi addosso senza rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco in prima persona.
In effetti a pensarci bene è proprio "
comodo essere cinici e delusi per non farsi coinvolgere ed agli altri essere chiusi" e "uccidere con il sarcasmo ogni responsabilità", dire che non serve a niente impegnarsi e fare qualcosa tanto non cambierà mai nulla...
Oggi, in questo momento storico, con i problemi che ci sono, possiamo diventare più umani così, aprendoci e non chiudendoci a quello che è la realtà. Consapevoli che nel modo con cui viviamo, nella semplicità della vita quotidiana possiamo già fare qualcosa e poi "
se ci si mette in tanti si potrà anche riuscire"... guardando alla storia mi sembra di poter dire che è andata così anche in passato, e a volte si sono visti cambiamenti apparentemente impossibili agli occhi di tanti ma non di tutti...
"Non avere paura del domani
perchè in fondo oggi è il giorno
che ti faceva paura ieri"
(Bob Marley)